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News | 12/11/2025

Interoperabilità e integrazione dei sistemi: la chiave per un ecosistema utility efficiente

Nel percorso di digitalizzazione del settore utility, la trasformazione tecnologica non si misura più soltanto in termini di nuovi dispositivi o sensori installati, ma nella capacità delle organizzazioni di far dialogare sistemi, piattaforme e tecnologie diverse in modo coerente e integrato. In questo contesto, l’interoperabilità rappresenta la chiave per costruire un ecosistema efficiente, flessibile e realmente orientato al valore dei dati.

Un settore complesso, un ecosistema frammentato

Le utility operano tradizionalmente su infrastrutture ampie, eterogenee e stratificate nel tempo. Reti elettriche, idriche, gas, termiche e ambientali coesistono spesso con sistemi informativi sviluppati in epoche diverse, basati su architetture proprietarie e linguaggi non sempre compatibili tra loro. Il risultato è un mosaico tecnologico che può rallentare l’evoluzione digitale e generare inefficienze operative.

Con l’avvento di smart meter, dispositivi IoT, piattaforme cloud e strumenti di analisi avanzata, il volume e la varietà dei dati crescono in modo esponenziale. Tuttavia, senza una reale interoperabilità, il rischio è di creare nuovi silos digitali, difficili da gestire e incapaci di restituire una visione unificata delle reti.

Innovazione

Cosa significa interoperabilità nel mondo delle utility

Nel contesto delle utility, l’interoperabilità si può definire come la capacità dei diversi sistemi e tecnologie – hardware e software – di scambiare dati, comprenderli e utilizzarli in modo efficace. Non si tratta soltanto di compatibilità tecnica, ma di armonizzazione funzionale e semantica dei dati, che consente a piattaforme e processi di lavorare insieme senza vincoli o barriere.

Un ecosistema interoperabile permette di:

  • Ridurre la complessità operativa, unificando la gestione di infrastrutture e dispositivi diversi.
  • Aumentare l’efficienza decisionale, grazie a una visione integrata dei dati di campo e dei sistemi gestionali.
  • Abilitare l’innovazione continua, semplificando l’introduzione di nuove tecnologie o applicazioni.
  • Garantire flessibilità e scalabilità, riducendo la dipendenza da vendor specifici.

L’integrazione dei sistemi come leva di efficienza

L’interoperabilità è strettamente legata al concetto di integrazione dei sistemi. Solo attraverso un’infrastruttura IT capace di collegare le diverse componenti dell’ecosistema – dal campo al back office – è possibile costruire una catena del valore digitale coerente. Integrare sistemi nel contesto delle utility significa collegare tra loro componenti diverse – hardware, software e dati – affinché possano comunicare, scambiare informazioni e collaborare nei processi operativi. Questo include smart metering, telecontrollo (SCADA), asset management, GIS, CRM, sistemi di billing e piattaforme di analitica. L’obiettivo è superare i silos informativi e ottenere una visione unificata e coerente dell’intera rete.

L’integrazione dei sistemi consente di:

  • Ottimizzare i processi operativi, riducendo errori e tempi di elaborazione.
  • Rendere i dati fruibili in tempo reale, abilitando decisioni più rapide e basate su insight accurati.
  • Migliorare l’affidabilità e la resilienza delle reti, grazie a una visione integrata di consumi, asset e anomalie.
  • Aumentare la qualità del servizio, garantendo ai clienti informazioni trasparenti e aggiornate.

Sfide e requisiti per un’integrazione efficace

Integrare sistemi in ambito utility richiede la capacità di superare ostacoli tecnici e organizzativi, tra cui sistemi legacy non progettati per interoperare, differenze di protocolli e formati dati tra dispositivi e piattaforme, esigenze di sicurezza e compliance crescenti con l’interconnessione dei sistemi e scalabilità delle architetture di integrazione per gestire volumi sempre maggiori di dati.

Le best practice da seguire includono:

  • Architetture API-first e modulari.
  • Adozione di standard aperti (es. DLMS, IEC 61850, LoRaWAN, NB-IoT).
  • Utilizzo di piattaforme agnostiche, capaci di interagire con più vendor e protocolli.
  • Forte governance dei dati e sicurezza end-to-end.

Per raggiungere un livello elevato di interoperabilità, le utility hanno bisogno di piattaforme di gestione aperte e agnostiche, progettate per dialogare con qualunque dispositivo o protocollo di comunicazione.
In questo senso, le soluzioni sviluppate da
Terranova si distinguono per la capacità di operare in modo indipendente da costruttori, modelli o tecnologie di trasmissione, integrando in un unico ambiente i dati provenienti da dispositivi eterogenei.

Questa flessibilità consente ai gestori di evolvere gradualmente l’infrastruttura digitale senza sostituire gli asset esistenti, integrare nuove tecnologie di comunicazione in base alle caratteristiche del territorio servito, semplificare la governance dei dati e garantire qualità informativa, favorire la scalabilità operativa, grazie a un’architettura modulare e interoperabile.

I benefici di un ecosistema integrato e interoperabile

Investire nell’interoperabilità e nell’integrazione dei sistemi non è semplicemente un aggiornamento tecnologico, ma una scelta strategica di lungo periodo che incide direttamente su competitività, sostenibilità e qualità del servizio. Le utility che adottano un approccio aperto e integrato ottengono benefici misurabili su più livelli:

  • Efficienza operativa e riduzione dei costi: un ecosistema interoperabile consente di eliminare ridondanze e attività manuali, automatizzando flussi di dati e processi tra sistemi diversi. La gestione integrata delle informazioni provenienti da smart meter, SCADA, GIS e sistemi di manutenzione riduce i tempi di elaborazione e ottimizza la pianificazione degli interventi. Ciò si traduce in minori costi di esercizio, riduzione dei tempi di risposta e migliore allocazione delle risorse sul campo.
  • Maggiore affidabilità e resilienza delle reti: grazie all’integrazione dei sistemi, le utility possono monitorare in tempo reale lo stato delle infrastrutture, anticipare criticità e reagire più rapidamente a guasti o anomalie. La disponibilità di dati coerenti e condivisi tra diverse piattaforme consente una diagnosi più precisa e interventi di manutenzione predittiva, riducendo le interruzioni di servizio e migliorando la continuità operativa.
  • Data-driven decision making: quando tutti i sistemi comunicano tra loro, i dati diventano un asset strategico. Le piattaforme interoperabili permettono di aggregare, normalizzare e analizzare i dati provenienti da più fonti, fornendo insight di valore per pianificazione, manutenzione, gestione energetica e investimenti infrastrutturali. Questo approccio data-driven consente alle utility di passare da una gestione reattiva a una gestione proattiva, migliorando la capacità di previsione e ottimizzazione delle performance.
  • Flessibilità e scalabilità tecnologica: l’adozione di piattaforme agnostiche e modulari rende le infrastrutture future-proof, pronte ad accogliere nuove tecnologie di comunicazione o dispositivi intelligenti senza dover sostituire gli asset esistenti. Le utility possono così espandere gradualmente il proprio ecosistema digitale, in base alle evoluzioni normative, tecnologiche o territoriali, mantenendo la piena compatibilità tra sistemi.
  • Miglioramento della customer experience: un ecosistema integrato consente di fornire servizi più trasparenti e personalizzati. I dati provenienti da sistemi di misura, CRM e billing possono essere correlati per offrire ai clienti informazioni precise sui consumi, notifiche in tempo reale e strumenti digitali per la gestione consapevole delle risorse. Questo non solo migliora la soddisfazione del cliente finale, ma rafforza la reputazione del gestore come attore innovativo e affidabile.
  • Sostenibilità e ottimizzazione delle risorse: l’interoperabilità favorisce anche la sostenibilità ambientale ed economica: dati integrati consentono di identificare sprechi, ottimizzare consumi e migliorare l’efficienza energetica.

La visione olistica dell’infrastruttura supporta strategie di transizione ecologica, agevolando l’adozione di fonti rinnovabili, la riduzione delle perdite e la pianificazione sostenibile degli investimenti.

Verso una digital utility davvero connessa

L’interoperabilità rappresenta la condizione abilitante per la digital transformation delle utility. In un ecosistema in cui ogni sensore, contatore e sistema informativo comunica senza barriere, i dati diventano il vero motore dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità.

Le piattaforme aperte e agnostiche, come quelle di Terranova, permettono di superare la frammentazione storica e costruire un modello operativo nuovo: più connesso, più intelligente e più vicino alle esigenze del territorio e dei cittadini.

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